Breve storia d'Italia (4) - dal Seicento all'Ottocento

Il Seicento e il Settecento
 
Le guerre tra Francia e Impero (Austria) avevano fatto molte stragi e procurato in molti stati fame e povertà. Per questo, dopo la peste di Londra (1603) e quelle di Palermo (1624) e di Lione (1628), negli anni 1630-33 la peste si diffonde in Italia. Nella sola Italia settentrionale muore allora circa un milione di persone. 
Il dominio spagnolo è disastroso e la popolazione è ridotta alla fame. A Napoli, nel 1647, scoppia la rivoluzione, si libera, ma, appena un anno dopo, gli spagnoli ritornano. Nel 1693 un terremoto distrugge la parte orientale della Sicilia. Tutti gli stati italiani, anche quelli indipendenti come Roma e Venezia, decadono sia economicamente sia socialmente.
Il pisano Galileo Galilei intanto definisce il metodo scientifico moderno.  
Si diffondono le idee degli "illuministi" francesi. Tra i filosofi di questo periodo si ricorda il napoletano Giambattista Vico. Alcuni principi italiani adottano delle riforme liberali per il popolo. 
Nel 1783 in Italia si parla della guerra di indipendenza delle colonie inglesi in America. La notizia però è di scarsa importanza per gli italiani. Più emozione suscitano invece le notizie che vengono dalla Francia dove, dal 1789, è in atto una rivoluzione molto sanguinosa. Preoccupa soprattutto la notizia dell'uccisione del re avvenuta nel 1793 e ciò che si racconta del regime del Terrore instaurato da Robespierre. 
Nel 1796 le truppe francesi guidate da Napoleone Bonaparte invadono gli stati italiani e li saccheggiano, rubando un numero enorme di opere d'arte (che saranno portate al Louvre) e svuotando le casse degli stati. 
La Repubblica di Venezia fu addirittura soppressa e consegnata da Napoleone all'Impero d'Austria. 
Tra gli studiosi del Settecento ricordiamo Luigi Galvani che scoprì l'elettricità biologica e diverse applicazioni dell'elettricità.
 
L'Ottocento
 
Incoronato imperatore nel 1804 (come Carlo Magno nell'800), Napoleone impone anche in Italia il modello amministrativo francese e le sue leggi (Codice Napoleonico). Molti italiani sono costretti partire per i campi di battaglia e a morire per la gloria del dittatore francese. Sconfitto più volte, il dittatore francese viene confinato prima nell'Isola d'Elba (in Toscana) e poi esiliato nell'isola di Sant'Elena, nell'Atlantico, dove muore nel 1821.   


Dopo il Congresso di Vienna (1814-1915) gli stati italiani si trovano sotto il controllo dell'Impero d'Austria. il Ducato di Milano (chiamato ora Lombardia) e la Repubblica di Venezia vengono uniti in un solo stato chiamato Regno Lombardo-Veneto. 
In Italia molti nobili e borghesi si ispirano ancora al nazionalismo della rivoluzione francese e costituiscono delle società segrete di tipo massonico Una di esse è la Carboneria: il loro scopo è costituire un solo stato nazionale italiano su modello francese. Il nemico per loro è il multietnico Impero d'Austria. 
Dal 1820 al 1871 in Italia ci sono rivolte e guerre continue. Durante questi decenni il Regno di Sardegna (Piemonte), in parte con l'aiuto dei francesi, in parte con quello dei miliziani di Giuseppe Garibaldi, annette ad uno ad uno tutti gli stati italiani. 
 
Il nuovo Regno d'Italia, comandato dalla dinastia franco-italiana dei duchi di Savoia, nasce nella povertà e nell'oppressione. 
Vengono combattute le lingue dei vari stati (chiamate "dialetti") e  imposta una sola lingua nazionale. Il sud, un tempo ricco e progredito, sotto il Regno d'Italia si trova povero e arretrato e molti si ribellano. Nasce così il fenomeno del brigantaggio e della mafia
Anche la Venezia (ora chiamata Veneto) è una terra ridotta in miseria. 
Nel 1877 il re rende obbligatoria e gratuita la scuola elementare per il bambini fino ai nove anni. Ma il malgoverno del Regno è tale che moltissimi italiani sono costretti ad emigrare verso le Americhe per poter sopravvivere. Interi villaggi rimangono spopolati. 
Tra gli emigrati in America c'è Antonio Meucci che nel 1876 inventa il telettrofono (il telefono, poi brevettato da Bell). In Italia invece nel 1895, è invece Guglielmo Marconi che costruisce il telegrafo senza fili, il padre della radio. Prima di loro però, nel 1800, Alessandro Volta aveva creato la prima pila elettrica




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