I giovani e l'assenza di futuro. B1.4.2 - testo

Credo che il problema dell'avvenire sia fondamentale per i giovani. La gente della mia generazione aveva dubbi sul proprio futuro, ma sapeva che comunque avrebbe fatto qualcosa. Oggi, con la crisi del lavoro, con la disoccupazione e la devalorizzazione degli studi e dei diplomi, la gioventù ha grosse difficoltà a progettare il proprio avvenire. Ci sono poi tutti questi giovani che rischiano la loro vita per emigrare, nell'illusione che, una volta arrivati, troveranno un lavoro e daranno un senso alla loro esistenza. C'è un insieme di rivolta e di scoraggiamento che riguarda non solo i giovani, ma la popolazione in generale: ci sono persone disoccupate a cinquant'anni. La cosa terribile per i giovani e che hanno l'età in cui devono inserirsi in un progetto di futuro. Di fronte a questa assenza di futuro, ci sono rischi di derive, verso la droga, la delinquenza, la rivolta, la nevrosi o il suicidio. Tutto questo ha delle ragioni e deve trovare delle soluzioni. Le motivazioni sono di ordine politico e sociale e anche, in larga misura, educativo. Perché se si toglie significato all'educazione e all'istruzione si lasciano i giovani dentro la loro solitudine. Il ruolo primario di scuola e università non è trovare lavoro, ma formare i giovani, gli spiriti. Ci troviamo dentro un sistema strano di esclusione profonda.

Riflessioni di Marc Augé, autore del libro "Futuro", in un incontro dell'aprile 2012; 

(tratto dal libro Facile Facile B1 adottato dalla classe)

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